Sono stati presentati i risultati della ricerca condotta dal centro Comunitario Agape, in collaborazione con 13 scuole secondarie della Calabria, con una con una conferenza stampa coordinata dalla giornalista Maria Pia Tucci e che ha visto gli interventi di Giulia Melissari responsabile gruppo giovani Agape, di Renato Frisanco del gruppo di ricerca, di Vincenzo Chindamo e Mario Nasone Presidente di Agape.
Una fotografia della condizione giovanile in Calabria, la prima del genere nel tempo della pandemia, che aveva l’obiettivo di dare voce ai giovani per capire in che modo hanno vissuto questo periodo difficile e di cosa chiedono alla politica ed alle agenzie educative. Le risposte dei circa mille intervistati, un campione di coloro che voteranno per la prima volta alle prossime elezioni regionali (20.000 Dati Istat), sono arrivate in modo netto. Gli studenti hanno molto sofferto l’esperienza della didattica a distanza che li ha privati dalle relazioni con i compagni e con i docenti, hanno sentito vicina solo la famiglia. Le istituzioni ed in particolare la politica non vengono considerate interessate ad ascoltare e risolvere i problemi dei giovani, tanto che molti hanno già deciso di emigrare per continuare gli studi e cercare lavoro fuori regione. Le maggiori preoccupazioni , emerse dal questionario, riguardano i temi della disoccupazione, della criminalità organizzata, della sanità. Sono questi gli argomenti su cui si concentrano le richieste di intervento dei giovani alla Regione. Emerge una netta considerazione negativa da parte dei giovani rispetto alla politica considerata come quasi una cosa “sporca”, nonostante questo 8 studenti su 10 dichiarano che andranno a votare alle prossime elezioni regionali essendo anche consapevoli delle competenze attribuite dalla Costituzione a Consiglio e Giunta Regionale. . È un dato che colpisce molto,soprattutto alla luce del fatto che si tratta in larga misura di studenti liceali ovvero di giovani che alla fine della scuola secondaria saranno in grado di esibire credenziali educative di buon livello,ma che sanno fin da ora che difficilmente potranno spenderle per la ricerca di una futura occupazione Voteranno scegliendo tra i candidati che ritengono più corretti ed affidabili. Dallo studio è, comunque, emersa anche la voglia di partecipare e di dare un contributo, il 40% dei giovani sono disposti infatti ad impegnarsi per migliorare la situazione in cui vivono anche se 8 ragazzi su 10 sono disposti a seguire la politica solo attraverso i social-media Per questo serve intraprendere dei percorsi di avvicinamento ed informazione a partire dalle scuole per favorire ed incoraggiare i giovani alla partecipazione politica e a forme di civismo nei campi del volontariato, dello sport e dell’ambiente.Per il gruppo di ricerca la mancata o scarsa partecipazione registrata deve essere imputata anche al fatto che i posti in politica sono occupati per lunghi anni sempre dalle stesse persone. Se il questionario fosse stato fatto su persone 40enni si sarebbero registrati, molto probabilmente, gli stessi risultati. I giovani dimostrano anche di volersi allontanare dalla realtà criminale presente nel nostro territorio, lo hanno fatto, ad esempio, partecipando numerosi a tante iniziative sulla legalità come quella del ricordo di Maria Chindamo, vittima di ndrangheta 5 anni fa. Rispetto al risultato del questionario i giovani dimostrano di essere frenati da qualcosa nel rendersi attivi in società. Viene quindi ribadita la necessità di puntare sulle scuole, affinché forniscano gli strumenti necessari ai giovani per poter togliere quel freno che non li va partecipare in modo attivo e per questo serve lanciare un appello con l’occasione delle prossime elezioni regionali di sentirsi responsabili della scelta che faranno, scelta che deve essere consapevole. L’idea che è stata raccolta da diverse associazioni giovanili di realizzare un manifesto costituito dalle proposte dei giovani da sottoporre all’attenzione dei candidati alle prossime elezioni regionali potrà essere un primo passo per dare voce ai giovani e farli sentire protagonisti rispetto anche alle scelte del nuovo governo regionale.
Da sinistra Vincenzo Chindamo, Mario Nasone,Giulia melissari, Maria Pia Tucci.
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