Imperdibile occasione per rispolverare a sempre nuova gloria un broc(c)ardo da Biondo Prence e relativo codazzo di altolocati/e nani/e di corte, laddove,tutto sommato, dubbi e ripensamenti, nonché noti pressanti interrogativi in cerca di risposte a tenuta stagna,per così dire, sono bene accolti in quanto indice di vitalità algo/ digi/ intellettual cerebrale da neo-social strenuamente impegnati negli ultimi tempestosi tempi in perigliose transizioni a 180° gradi per non perdere la …faccia!
Cfr. giusto facebook che inalbera con sussiego la nuova denominazione “ meta” in un ventaglio di molteplici e multiformi significati ,chissà chi lo sa?!, che si sovrappongono in greco, ovviamente quello antico ma soccorre bene anche il peculiare grecanico calabro ionico, fino al cambiamento/basis , in realtà nuova andatura da codificare in connessioni sempre più connesse!
A questo punto veloce domanda di riserva…,ossia come si è giunti a tal punto?!
Mah…
Forse in virtù di qualche repentino arzigogolo dettato da Pindaro in persona, redivivo trovatore di sommessi frulli d’ala dall’arché ad oggi.
Ad essi pertanto il compito di ritrovare le fila del garbuglio innestato da saccenti acronimi di avveniristico conio e pari dema/mistagogie più o meno ad personam che ormai scandiscono il tempo ordinario, quello dell’Avvento per fortuna è ancora indenne, tra un buttalà , a beneficio degli ansiosi,strampalato termine rintracciabile in vetusti dizionari , e l’altro, di targhe, etichette, placche, insegne…
Ovvero nuovi monili al passo con le ultime vicende,talvolta, ma non è detto, con un no da sicumera
a precedere!
Niente paura…
Risalendo di qualche riga indietro fino al titolo,ci si trova finalmente in presenza del… busillis, di fatto quell’ avverbio racchiuso tra parentesi a indicare una apodittica senza soluzione di continuità tra passato, presente, futuro…che riguarda la intitolata città della quale sviscerare l’esistenza tenendone segreta ancora per alcun tempo l’identità.
Illusione…e quel che segue nella mielosa canzone da salotto buono anni ’30 ,poiché da subito vengono evocati non so che spunti e riferimenti dalla storia alle belle lettere,con le poetiche adduzioni del caso, alla pittura,talora indulgendo nel pittoresco pinelliano, alla musica ,dalla lirico-sinfonica alla stornellante godereccia strofa da hostaria che intona il Rugantino di passaggio …
Nell’immediatezza delle circostanze fin qui edotte, ci si va ad impelagare gioiosamente in una pania, che peraltro dovrebbe costituire un serio pericolo di allettamento, raramente amoroso, solo per la variegata quantità di volatili al secolo scorazzanti nei cieli domestici, esentando da questi inconvenienti altre specie ormai stanziali sul territorio, compresa quella umana che in certuni momenti accusa la spiacevole sensazione di far parte di una minoranza e questo proprio nella città che dovrebbe ospitare al meglio i suoi affezionati abitanti!
Ci si appropinqua all’argomento
Indizi e suggerimenti per connotare le generalità della città dolente cominciano a divenire bastevoli anche per i meno accorti, laddove le orme, qua e là affioranti tra le morte foglie nella gora * resistono con un’abnegazione pressoché eroica all’avanzare della mota da scarti, prodotti in quantità giornaliere sempre più immani e inagibili!
Vale rammentare che anche la chiarissima orma dantesca,una volta impressa nell’eterno delle sue rime, resiste alteramente ,a qualsiasi tentativo di adattare la Divina intuizione, pilastro della Commedia, alle voluttà citatorie, le più disparate, di quando in quando vagamente plebee, che da sempre costituiscono una sorta di pedaggio/scotto da pagare alla gloria imperitura che contraddistingue l’opera del Sommo Poeta.
Giunge quindi a proposito l’ormai evidente collegamento tra il Nostro e la Capitale….
Intanto é del tutto ininfluente risolvere o meno il secolare quesito circa….
Sarà il Poeta venuto o no a Roma, di modo che,tra leggenda e verità storica,la bilancia pende da parte di quest’ultima, indicando come data più probabile l’evenienza del Giubileo per antonomasia,quello del 1300,indetto da Bonifacio VIII, a cui Dante sarebbe intervenuto a distanza di un anno, in veste di delegato,per così dire,diplomatico.
Di fronte alla disincantata realtà urbana della Roma attuale, eterna purché sia, il fustigante verso dantesco proverebbe un ineffabile sconcerto nel dovere acconsentire alla più che lampante identificazione della città dolente ,ove , con etterno dolore si ritrova a vagare dal III Canto dell’Inferno in poi, con la Capitale che ancora ospita il Papato,però nella cornice più savia di una Res-publica ,cercando tra mille balzelli intellettuali di onorare gli arcaici osanna imperiali che pure sporgono nella Città quasi viole di pietra affannosa/al peso di millenari fregi…..*
Che altro aggiungere se non che , né volendo né potendo urtare le inevitabili suscettibilità in materia, l’auspicio è che il richiamo all’infernale accesso con conseguente perdita di sognanti aspettative, dopotutto non costituisca uno scoraggiante impedimento nel reperire efficaci rimedi in tempi brevi.
In caso contrario infiniti cachinni , sempre con il permesso del Sommo Poeta che fa uso del vocabolo in più di un contesto, a fronte di sempre più numerose mancate occasioni di recupero dell’immenso valore socio-culturale,oltre che economico, della romanità contemporanea .
Ultimo (accorato) appuntamento in via di epilogo
Dopo la cerimonia, come sempre effettuata con grande trasporto emotivo, nostrano e non, del lancio della monetina nella fatidica Fontana di Trevi, rimane una valida alternativa quella di rivolgersi ad uno dei taumaturgici santuari sparsi in gran numero sul territorio italico per le preghiere di rito!
- I due asterischi, con buona pace di significanze totalmente diverse attribuite di recente a questo segno grafico,si riferiscono ad alcuni versi tratti da “Roma dei misteri”,lirica contenuta nella silloge “Roma Civetta”,Cultura Duemila ed.,Ragusa 1993, autrice chi scrive.