Eisagoge o che introduce a tragiche memorie
L’alta statua commissionata allo scultore toscano Antonio Berti (1904/1990) che la eseguìin candido marmo di Carrara, biancheggia dal 1960 in Largo Seggiola a pochi passi dalla cittadella universitaria di Messina, unica città italiana ad avere eretto un monumento in Suo onore,ad imperituro ricordo di ciò che la Regina della carità, si parla di S.M. Elena di Savoia,rappresentò nei giorni bui del terremoto,occorso nella notte del 28 dicembre 1908,offrendo un materno dono di sé alla cittadinanza vivente in riva allo Stretto nelle due città gemelle di Messina e Reggio Calabria,parimenti accomunate da sì immane sciagura.
Al teatro lirico Vittorio Emanuele II di Messina ,è da poco terminata una rappresentazione dell’Aida che ha richiamato un folto pubblico di appassionati e sul leggio malamente in piedi rimane la bacchetta del Direttore, lugubre testimonianza della catastrofe che incombe di lì a poco.
Dopodiché nulla fu come prima!
In questo 2023 appena iniziato si commemora il 150° anniversario della nascita della Regina,
con una serie di eventi,tra cui un annullo filatelico per l’8 gennaio,data del Suo compleanno,che nei primi giorni del 1909 fu celebrato tramite telegrafo messo a disposizione dallo scienziato Guglielmo Marconi,premio Nobel per la fisica nel medesimo anno.
“unanime l’augurio che Dio conservi all’Italia la Regina”
Questo l’auspicio formulato sull’onda di una straripante commozione anche in ambienti sopranazionali che indicava nella Regina S.M. Elena di Savoia e nella Sua commossa partecipazione alla paurosa rovina dei molti e miseri abitanti delle due città in riva allo Stretto,un esempio ineguagliabile di condivisione emotiva di fronte al verificarsi di simili catastrofi.
La regina prende parte da subito alle operazioni di soccorso,per quanto le sia consentito adempiere,già crocerossina nell’animo accanto alle infermerie volontarie accorse in gran numero a svolgere la loro opera meritoria di soccorso,sotto l’egida della Croce Rossa italiana,conclamata associazione di volontariato,sin dal 1864, anno di fondazione in pieno Risorgimento, da quel momento perennemente al servizio dell’umanità sofferente.
Con qualche innegabile intento agiografico le memorabili tavole di Achille Beltrame a documentale corredo della “Domenica del Corriere” * più volte ritraggono S.M. la Regina Elena di Savoia mentre si prodiga in prima persona nel soccorrere le centinaia di derelitti che vagano allucinati e feriti tra le macerie del sisma,per la cronaca,dell’XI grado della Scala Mercalli ,unità di misura in uso all’epoca,rimasto scolpito nell’immaginario universale,a più di cento anni di distanza come un terremoto dei terremoti fra i più paurosi mai accaduti !
Ella non esita a svestire i panni regali, infagottandosi in uno scuro grembiale con in capo un disadorno cappello che ne mortifica le fattezze,in specie dissimulando la folta e ondulata capigliatura corvina,supremo vanto di muliebre leggiadria,allo scopo precipuo di non essere individuata da alcuno né di causare soggezione a causa del Suo altissimo lignaggio.
Così ne esce raffigurata nelle meste interpretazioni del presto leggendario Beltrame nella settimana tra il 10 e il 17 gennaio 1909,inginocchiata tra i feriti “su le rovine della già ricca e ridente Messina”senza cessare un attimo di disinfettare e fasciare abilmente le ferite, “ con le sue piccole mani” ebbe a definirle lo stesso ministro Orlando, grazie anche ai suoi precedenti studi da infermiera sorretti da una ferrea educazione improntata sin dalla nascita a saldi principi morali e di altruismo nei confronti dei bisognosi.
In questa tragica circostanza scende in campo la stessa Regina Madre,S.M. Margherita di Savoia,che per anni,ricevendo nei Suoi ambiti salotti al Quirinale,aveva abbagliato la corte grazie all’eterno femminino regale idealizzato dai preclari versi carducciani profusi nell’ode alcaica “Alla regina d’Italia”.
Nel rilasciare un’intervista alla scrittrice e giornalista Sofia Bisi Albini, nota direttrice di “Rivista per le Signorine”,quindicinale illustrato di inizio XX secolo,che elargisce consigli e suggerimenti per l’educazione delle giovinette come si confà di quei tempi,Ella dichiara apertamente la Sua ammirazione per la nuora eroica e la saldezza di nervi che le consente di reggere il suo inesauribile spirito di sacrificio.
Nascita reale
S.M. Elena di Savoia, diviene Regina d’Italia a seguito delle nozze celebrate nel 1896 con Vittorio Emanuele III di Savoia, a sua volta incoronato Re d’Italia immediatamente dopo il mortale attentato del 29 luglio 1900 di cui fu vittima il padre Umberto I per mano dell’anarchico Gaetano Bresci.
La cerimonia si svolge con la dovuta magnificenza ma senza eccessivo sfarzo in rispetto della bruciante sconfitta di Adua,nella imponente Basilica degli Angeli e dei Martiri,luogo ormai deputato alle cerimonie religiose di stato.
Elena nasce centocinquanta anni fa a Cettigne,antica capitale del regno del Montenegro, sesta figlia del sovrano Nicola I, con il titolo di principessa reale, in un’ esigua nazione circondata da aspre montagne ed estesi boschi silenti.
Secondo consuetudo riceve un’educazione approfondita in vari campi del sapere, dalla politica alle lingue straniere, dalla letteratura alla poesia che include il comporre versi destinati alla pubblicazione su riviste dedicate dell’epoca.
Nondimeno il suo più grande interesse si volge alla medicina a cui riserva fin dalla prima giovinezza un grande anelito di approfondimento su tematiche che nel periodo considerato sono ancora agli albori della conoscenza accademica, ben presto applicandosi con tempra di studiosa sugli infausti decorsi di temibili patologie quali la poliomielite, o,altresì, le varie specie di tumori non sempre note, al punto da essere insignita della “Laurea Honoris Causa” in medicina da parte dell’Università “La Sapienza” di Roma nel 1937.
Poco prima il Papa Pio XI Le aveva solennemente conferito “La Rosa d’oro della Cristianità” ovvero la massima onorificenza religiosa prevista per una personalità cattolica di rango elevato,nel caso di specie di sesso femminile, al fine di premiarne l’altissimo e costante impegno umanitario palesato a sollievo delle categorie indigenti. .
Va detto che la Sovrana d’Italia,pur dedicandosi lungo l’arco della Sua laboriosa esistenza alle innumerevoli iniziative in campo solidale,documentate a più riprese fino ad oggi, è stata nel contempo meritoriamente capace di non venir mai meno al Suo primario ruolo di regina,moglie e madre,sempre schiva e riservata ma con accenti di modernità intellettuale tali da preconizzare una sorta di femminismo assimilabile in certo qual modo alle tematiche che ne connotano l’attuale percorso evolutivo.
Un epilogo degno di tale personaggio
Fra gli episodi più toccanti in margine al sisma del 1908 val bene riportarne uno che maggiormente evidenzia l’accoratezza dimostrata da S.M. Elena di Savoia nel custodire i più piccoli e per questo più fragili….
“Laggiù una bambina piangeva allorquando passò la Regina…
Oh dimmi piccina,su,dimmi il dolore….
Ch’io son la regina…Regina?!
Parlò la creatura….
Aveva una veste regale la bambola mia…La bambola vuoi con lo strascico?
Ed allor con forbice stroncossi un lembo dell’abito….
Fè il capo,due braccia un tronco e due piè
Poi pianse di gioia la mamma dei figli del re!
Versi del poeta Dino Oggioni ritrovati da chi scrive,messinese di nascita,insieme ad altre memorie riguardanti il terremoto calabro-siculo.
Nel passare davanti alla statua che la raffigura, viene naturale gettare uno sguardo grato anche dopo più di un secolo, da parte dei messinesi che rinnovano un debito di riconoscenza verso S. M. Elena di Savoia che in un momento terribile per la sventurata Messina,condiviso con la città di Reggio Calabria sull’altra sponda dello Stretto, si è resa capace di continui e valorosi comportamenti in soccorso delle popolazioni prostrate dal sisma.
Foto tratte da Wikipedia