Sezione ANPI “Ruggero Condò” di Reggio Calabria:

«A scanso di equivoci o, ancora peggio, di mistificazioni: come sezione ANPI “Ruggero Condò” condanniamo le foibe.

Ma, allo stesso tempo, in occasione della “Giornata del ricordo”, troviamo doveroso sottolineare come questo elemento sia soggettivo, mentre la memoria sia oggettiva. Infatti, le atrocità slave e titine nei confronti degli italiani di Venezia Giulia, Istria, Fiume e Dalmazia sono un fatto storico inoppugnabile, ovviamente deprecabile nell’eliminazione fisica di militari e civili.

Però la storia va evocata nella sua interezza, dunque vanno citate le imposizioni e le violenze italiane e fasciste alle popolazioni slave, antefatto della reazione culminata col riprovevole fenomeno delle foibe. La pratica delle foibe fu attuata dagli jugoslavi a ridosso dell’8 settembre 1943, in Istria, e vide riaccendersi anche del secolare conflitto tra città e campagna, con gli italiani odiati più per il loro elevato status sociale che per la loro nazionalità, e nel  maggio 1945, quando i titini dilagarono in territorio italiano fino a Trieste col preciso disegno politico che intendeva sradicare gli italiani da quelle zone, annientando i fascisti e gli antifascisti intenzionati a opporsi all’instaurazione del regime di Tito.

Si arrivò alla cifra attendibile di 5mila morti e all’esodo di più 300mila nostri connazionali costretti a lasciare le loro case.

Sarebbe il caso di ripensare alle parole di Mussolini nel 1920 a Pola: “Di fronte ad una razza come la slava, inferiore e barbara non si deve seguire la politica che da lo zuccherino, ma quella del bastone… i confini dell’Italia devono essere: il Brennero, il Nevoso e le Dinariche… io credo che si possano più facilmente sacrificare 500mila slavi barbari a 50mila italiani”. E al milione e 706 morti slavi causati dal regime fascista, di cui solo poco più di 300mila i partigiani e gli altri tutti civili.

Quindi la “Giornata del ricordo” non dovrebbe essere politicizzata, come semplificazione anticomunista o come contrappeso alla Shoah, quasi come fosse una rivincita.

Invece ci troviamo davanti ad un grossolano disegno di manipolazione storica da decenni perseguito dalla destra fascista e post fascista che oggi beneficia del sigillo della celebrazione ufficiale dello Stato italiano sui mai sopiti sogni del revanscismo irredentista e nazionalista espresso dai settori reazionari più beceri presenti nella vita politica e nella società italiana.

Andrebbe diffuso il certosino lavoro di ricerca storica di alcuni studiosi indipendenti, tra cui Alessandra Kersevan, Claudia Cernigoi e Sandi Volk, che hanno dimostrato, con documenti inoppugnabili, che la realtà delle foibe è ben diversa da quanto la vulgata comune, ma ad avere la meglio è la propaganda.

E la propaganda non aiuta la memoria, anzi, la fa sprofondare».

SEZIONE ANPI “RUGGERO CONDO’”