Si commemorano i 150 anni dalla sua morte avvenuta a Milano nel 1873,così la nascita nella medesima città,risalente al 1785.
Data la statura del Personaggio conviene andare dritti al punto senza dilungarsi tra prologhi e introduzioni,magari preferibile passare subito alla
Celebrazione
sinonimo altrettanto autorevole e impegnativo per evidenziare il presente anniversario.
Quante e tante ricorrenze anche nel corrente anno, tutte da lustrarsi il calamo, arcaica trasfigurazione di penna d’oca, quest’ultima vera preziosità da usare in linea con i cimenti calligrafici dell’epoca di appartenenza del Nostro, a lume di idillico candelabro nella avvolgente contiguità di uno scrittoio già ingombro di appunti corposi, forieri delle future tematiche narrative di un respiro ampio quanto lo scorrere stesso del divenire manzoniano.
“Ragazzi domani alla prima ora di italiano si inizierà con la disamina del fondamentale romanzo storico della nostra letteratura “ I promessi Sposi” del Manzoni…
Così tentando da subito di stornare inutili allarmismi servendosi di un approccio familiare e nel contempo preciso e sbrigativo, avendo già fatto caso a qualche subitanea smorfietta di disappunto sulle facce degli affezionati alunni,a cagione,per così dire, del paventato incontro con il capolavoro dell’eccelso romanziere che ,peraltro,senza tema può e deve essere ascritto al rango della cultura letteraria universale…
Sempre così…vallo a capire !
In altre parole, queste ultime essenziali ma anche esiziali nel contesto cui ci si sta riferendo in questa sede, non rimane che rassegnarsi più o meno obtorto collo a ripercorrere le tappe a fini discenti dei principali accadimenti narrati nell’epico romanzo, che ha spesso tramortito sul nascere i sogni di ottenere voti alquanto decenti in italiano da parte delle svariate generazioni di studenti accomunati da un democratico destino di velata disaffezione alla materia, senza sconti per nessuno, volenterosi e non, da nord a sud!
Laddove ci si incaglia subìtamente tra le macchinose secche, non altro che tediose interrogazioni alla cattedra, ordite con vaga malizia sulle romanzesche tematiche più ricorrenti,per citarne una,solita e ben nota, quella della Provvidenza che giganteggia,protagonista assoluta di interventi salvifici nelle ordinarie azioni umane.
Manzoni inusuale….
Nel senso che….presto detto qui di seguito….
La professoressa non si capacita, un po’ di benedetto rincrescimento, di una insopprimibile dose di irriverente insofferenza che accompagna l’inevitabile inserimento nei programmi scolastici delle superiori, in specie liceali, di questo caposaldo culturale e letterario, frutto di calibrata e perché no, sofferta scelta linguistica, come si andrà a chiarire nel corso di sempre più serrate lezioni…
Già,perché di solito ce ne vuole un intero ciclo al fine di sceverare in lungo e in largo,dicesi, le complicate,meglio, dolenti vicende che il romanzo di Fermo/Renzo, nelle prime irresolute configurazioni narrative, e Lucia continua un secolo dopo l’altro a riproporre umanamente intonse con identica intensità di azione e sentimento.
Dopotutto si tratta pur sempre di una tormentata storia d’amore pressoché con piglio picaresco prevaricata dal bieco figuro in tenebroso agguato…
Come definire altrimenti quello perpetrato ai danni del tremebondo Don Abbondio,nelle epoche future rinato a miglior vita in verbosa sembianza di luogo comune circa la codarda assenza di coraggio da leone che fa indubbio difetto al Nostro onesto curato.
Non finisce qui….
Ancora impagabile dopo gli inevitabili assalti del tempo risulta quella concessione a spunti ironico/umoristici nel caso di specie pur intrisi di umana indulgenza da parte dell’Autore che,alleggerendo qua e là,ci voleva finalmente,la generale gravezza degli accadimenti in essere nel romanzo, consegna il personaggio ad una genuina immortalità da manuale.
Ne esce perfino rafforzato l’impeccabile stilema narrativo del Manzoni come di solito alle prese con ultra omaggiate descrizioni di ben diverso,ovvero drammatico,tenore e quante e notorie se ne riscontrano tra le pagine del romanzo,superfluo o no farne l’elenco,si rimanda comunque ad una sana rilettura del medesimo ,ove per contro si ergono personaggi di adamantina intransigenza fideistica da accostare ad altri grandi profili narrativi che costellano altre famose opere letterarie sotto vari cieli e lingue.
Al momento l’obiettivo rimane quello di non farsi tacciare di blasfemia, sempre insito il rischio,ovvero ridurre la superlativa creazione manzoniana a fotoromanzo intreccio con poco commendevoli effetti da sfiorare parodie ,talora perfino auliche,bisogna riconoscere,tante di ogni genere,che hanno evidenziato ad esempio, la fragrante fantasia che esala dalle notorie strisce in cui Minni si cimenta in una strepitosa Lucia spasimando per un baldanzoso Topolin-Renzo in vena di singolar tenzoni a difesa della lacrimosa innamorata ….
Dalle parti disneyane non potevasi di sicuro sprecare una tale pregiata occasione e di certo,con ogni riguardo per l’Autore,per molta infanzia dell’epoca la trasposizione fumettosa dei “Promessi Sposi” ha costituito una scoperta suadente su per antiche e novelle storie cultural/letterarie da incamerare al giusto livello cognitivo…
Vividi i ricordi di coinvolgente lettura con un candore in viva voce da un frastaglio/intaglio all’altro a contorno di ogni battuta…..
Altro modo,si spera sia concesso,di riferirsi alle nuvole,dottorali protagoniste,sempre loro, delle meritorie riviste a fumetti!
Per una messa a punto non più differibile sembra opportuno fermarsi in tempo su quel certo ramo di quel certo lago in cui peraltro ancora si specchia come fosse trascorso giusta il momento dell’asciugare l’inchiostro, quell’ incipit in unicum con l’incantamento paesaggistico del luogo,tra una bruma e una foschia, spesso frequenti a piè di smorta onda lacustre .
Dalle folgoranti confidenze captate a mezza bocca in sala professori,protagonisti gli autorevoli docenti colà riuniti durante gli intervalli tra una lezione e l’altra, ne risulta spesso la necessità di aggiornare certi accademici ma poco o nulla sagaci metodi di insegnamento che come immediata conseguenza producono un naturale,dopotutto,sfinimento dell’attenzione scolaresca .
Ne fa le spese giocoforza l’aeropago manzoniano, già minato dalle difficoltà interpretative innescate dai versi disusati, per quanto pregevoli,lo si ammetta senza remore, degli Inni sacri,ispirati dal tortuoso percorso di conversione religiosa raggiunta anche in virtù degli illuminanti dialoghi condotti in quel di Stresa tra lo scrittore e il filosofo Antonio Rosmini …
Si faccia doverosa ala all’incontro dell’ “Ei fu”di ineguagliabile icasticità che supera agevolmente
il passaggio di testimone tra generazioni diverse fino agli odierni tempi ormai attestati al tech,magari riuscendo nell’ingrato compito di incrementare l’esiguo bottino dei leggendari 25,ultima frontiera auspicata dal Manzoni in vena di bonario distacco dagli eventi che possano riguardarlo in prima persona!
Postilla in luogo di epilogo
Sembrava brutto sorvolare,anzi decisamente scortese non riservare ad Alessandro Manzoni gloria imperitura dell’ immaginario letterario non solo italico, il perfetto spazio commemorativo fra gli altri grandi, egli non solo prodigioso romanziere,nonché poeta di altrettanta ispirazione filosofico- religiosa .
A patto però di non accodarsi al coro di pedisseque lodi esegetiche che accompagna la grandezza manzoniana fin dall’apparire delle opere doverosamente redatte da schiere di storici della critica e letteratura, rendendo difficoltoso ogni diverso tentativo di approccio che no offra solo criteri di interpretazione manierata,al limite scolastica ma non se ne vuole fare una colpa!
Unico auspicio resta pur sempre quello di (ri)leggere di bel nuovo , le turbinose vicende degli inossidabili “Promessi Sposi” che si potranno reperire,si da per certo, nelle biblioteche di casa,più o meno fornite,senza ambasce da risposta esatta e relativa sentenza nel registro.
Non sarà chiedere troppo?!
A. Manzoni foto da Wikipedia