AMORE è una parola abusata sia tra persone che nei confronti dei luoghi.
Oltre mezzo secolo è sufficiente per osservare compiutamente il firmamento bovese: di stelle ce ne sono state, poche, ma di meteore tante, troppe.
Sarebbe divertente analizzarne alcune, ma non si può.
Mi riferisco ai vari soggetti che, colpiti sulla via di Damasco, si sono tuffati in politica con un interesse incomprensibile e imprevedibile per Bova Marina visto che fino a quel momento erano rimasti nel buio profondo di lontani oscuri anditi dell’universo. Un sospetto lo fanno venire. Poi se vai in profondità, ma non troppo, scopri che qualche scopo lo avevano, raggiunto il quale, abbandonano il rituale dell’amore e, come meteore, tornano nel profondo e buio universo dove predomina l’egoità e di interesse per la collettività non c’è traccia.
Sarebbe bello fare un esempio, ma purtroppo, fatto l’esempio, l’associazione sarebbe facile ai più.
L’ultima campagna elettorale non ha fatto eccezione: si è sviluppata sentendo dichiarare in modo disinvoltamente reiterato il proprio amore per Bova Marina, in nome del quale ci si candidava all’amministrazione della cosa pubblica.
Ma è vero amore? è infatuazione? è attrazione fisica? o un tentativo per arrivare al “dunque”?
Tra umani, Il vero amore è spesso descritto come un sentimento profondo e duraturo che va oltre l’infatuazione iniziale.
Alcuni segni del vero amore includono accettazione incondizionata: accettare il partner con tutti i suoi pregi e difetti, rispetto reciproco, rispetto per le opinioni, i bisogni e i desideri dell’altro; supporto emotivo: essere presenti nei momenti difficili e gioire insieme nei momenti felici; fiducia: avere fiducia nell’altro e sentirsi sicuri nella relazione; comunicazione aperta: parlare apertamente dei propri sentimenti e preoccupazioni; impegno: essere pronti a lavorare sulla relazione e a superare le difficoltà insieme. Sincerità e complicità positiva.
Il vero amore cresce nel tempo, attraverso esperienze condivise e una comprensione reciproca sempre più profonda.
Ma questa è tutta un’altra storia. Spostiamoci ora sulle dichiarazioni d’amore per il proprio paese.
Amare veramente il piccolo paese dove si è nati si manifesta in diversi modi, spesso caratterizzati da un forte legame emotivo e un senso di responsabilità verso la comunità locale.
Ecco alcuni segni di questo amore.
Conoscenza e valorizzazione della storia locale: sapere e apprezzare le storie, le tradizioni e i luoghi significativi del paese, partecipando a eventi culturali e celebrazioni.
Partecipazione alla vita comunitaria: essere attivi nelle attività e nelle iniziative locali, come sagre, feste di paese, riunioni di quartiere e attività di volontariato.
Supporto all’economia locale: preferire i prodotti e i servizi delle imprese locali, sostenendo così l’economia del paese e contribuendo alla sua crescita e prosperità.
Valorizzazione delle risorse umane locali: far venire allo scoperto i talenti, le professionalità, le capacità, le inclinazioni spesso latenti sia per risernatezza sia per mancanza di occasioni per rivelarli. Molti per la loro esperienza pregressa sono testimonial imprescindibili per capire gli eventi, soprattutto del lontano passato, che sfuggono non dando contezza del presente.
Impegno per la cura del territorio: prendersi cura degli spazi pubblici, partecipando a iniziative di pulizia e manutenzione, e promuovendo la conservazione dell’ambiente naturale.
Costruzione di relazioni forti: coltivare rapporti profondi e solidi con i vicini e gli altri membri della comunità, creando un senso di appartenenza e solidarietà.
Promozione del paese: parlarne con orgoglio agli altri, incoraggiando amici e conoscenti a visitarlo e scoprire le sue bellezze e peculiarità.
Impegno civico locale: essere coinvolti nella vita politica e amministrativa del paese, partecipando alle elezioni locali, alle riunioni del consiglio comunale e alle decisioni che influenzano la comunità.
Educazione e trasmissione dei valori locali: insegnare alle nuove generazioni l’importanza della storia, delle tradizioni e dei valori del proprio paese, incoraggiandole a prendersene cura e a mantenere vivo lo spirito comunitario.
Amare veramente il piccolo paese dove si è nati significa sentirsi parte integrante della comunità, lavorare per il suo benessere e il suo sviluppo, e preservarne l’identità e il patrimonio per le future generazioni.
A questo punto ognuno, nel proprio intimo, si può interrogare: “Io con quanto precede come mi sono inserito, come ho contribuito?”
Solo ora, senza falsi infingimenti con se stessi, si può dare una risposta alla domanda “Ma è vero amore?”
Quanti conoscano la storia locale? Per quanti sono semplici “flatus vocis”, cioè suoni senza significato, parole come Deri, Delia, Scyllaca, Delianova, Avalos, Carlo V, Torri di avvistamento, Baglio, De Nava, Timpano, Franchetti, Zanotti Bianco, Gorki, Zappia, Nesci, Petrone, Nodo di Salomone, Alati, Karanastasis, Rohlfs, ecc.
A quando risale l’autonomia comunale? Come si realizzò? Le diatribe? I mediatori? E perchè il Municipio ha quella particolare forma? A quando risale? Chi lo progetto? Come era inizialmente? Che ha ospitato negli anni?
E la Madonna del Mare? La sua storia, la sua evoluzione. la condivisione?
E l’Istituto Salesiano? e l’ex seminario? Che ruoli hanno avutoo
I toponimi segnalano l’identità dei luoghi. Perché Peristerea, Crisafi, Mesofugna, Sicaminò, Vivo, Vena, Cortilivari, Peristerea, Sant’Aniceto, ecc.?
Che sono Umbro, Penitenzeria, Amigdalà, Mazza, Apambero ?
Quali sono gli aspetti identitari locali che vanno promossi e fatti diventare attrattori e volano di sviluppo.?
La sfilza continua. Ci ritorneremo in un prossimo articolo.