Il nuovo commissariamento sulla Sanità in Calabria è l’esempio di un neocolonialismo in salsa grillina che subisce le influenze nordiste della Lega.
Bene fa il governatore Mario Oliverio a non essere d’accordo con la reiterazione del commissariamento affidato ad un soggetto diverso dal Presidente. Concretizza un’ingiusta differenza con quanto accaduto nel Lazio di Zingaretti e nella Campania di De Luca.
Con il nuovo commissariamento si assegna la rinascita della Calabria a soggetti estranei ai bisogni dei calabresi dei quali non si conosce nulla, dei territori che li separano e delle difficili strade che li dividono. I livelli essenziali di assistenza sono un miraggio nella nostra regione, ma, come accaduto gli scorsi sette anni, siamo ancora a ripetere quegli errori che hanno schiacciato i diritti sociali e regalato 320 milioni di euro all’anno alle regioni più ricche.
I calabresi dovrebbero unirsi alla protesta del suo Governatore che rivendica per loro una gestione regionale produttiva di salute, condotta all’insegna del suo godimento reale.
La Calabria pretende di scrivere il proprio destino senza imposizioni e scelte calate dall’alto. La rivoluzione delle coscienze è vicina e l’Italia del Meridione vuole interpretare questa volontà con battaglie che riportino al centro del dibattito politico i territori e le comunità.