Francesco incontra circa duemila membri dell’Azione Cattolica, in particolare ragazzi e ragazze, riuniti a Roma per un convegno. A loro l’incoraggiamento a mettersi al servizio dei più deboli, della parrocchia e dei territori: “La fraternità non si improvvisa. L’individualismo, la chiusura nel privato o in piccoli gruppetti contagiano anche le comunità cristiane. Bisogna reagire”
Essere “giovani credenti responsabili credibili”. Quindi interessarsi alla “realtà sociale”, mutata, anzi, stravolta dalla pandemia. E prendersi cura della gente, soprattutto dei più deboli, ricordando che il motto del cristiano è “mi interessa” e non “me ne frego”.
“È più pericolosa di un cancro la malattia del menefreghismo dei giovani”.
Chiare e concrete le indicazioni di Papa Francesco al popolo di Azione Cattolica, che ha affollato oggi l’Aula Paolo VI. Circa duemila i giovani, i sacerdoti e le famiglie venute da tutta Italia in questi giorni a Roma per un convegno mirato al confronto su come trasformare i propri incarichi associativi in occasioni per prendersi cura e mettersi al servizio dei territori, delle persone che ciascuno incontra nel cammino della vita.
Canti, applausi, testimonianze
Bandiere e bandane, gialle e rosse, oggi all’udienza in Vaticano, con il lungo tempo di attesa per l’arrivo del Pontefice riempito dall’inno della Gmg del 2022 Jesus Christ, you are my life. Nelle prime file è presente anche l’ex ministra italiana Rosy Bindi. Cori di W il Papa o Francesco, Francesco e applausi fragorosi salutano l’ingresso del Pontefice in Aula, in piedi, con un bastone. “Ma almeno sapete fare rumore, è una cosa. Avanti!”, scherza infatti lui.
Il saluto del Papa al presidente di Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano
La parrocchia, punto di riferimento
Il saluto del presidente Giuseppe Notarstefano e le esperienze di alcuni ragazzi e ragazze responsabili parrocchiali danno lo spunto a Francesco per il suo discorso, aperto con una nota personale.
Vi dico subito che apprezzo molto il fatto che a voi sta a cuore la parrocchia. Anche a me sta a cuore! Ma io sono di un’altra generazione. Sono nato e cresciuto in un contesto sociale ed ecclesiale diverso, quando la parrocchia – con il suo parroco – era un punto di riferimento centrale per la vita della gente: la Messa domenicale, la catechesi, i sacramenti…
DA VATICAN NEWS Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano