Riproduzione postuma da Cultura ELLENO-CALABRA del 26.03.2016
di Elio Cotronei.
Nella produzione di Filippo Violi nulla è affidato al caso, nulla è rimasto inesplorato. La lingua greco-calabra, la sua origine, la storia delle popolazioni che l’hanno usata, l’influenza esercitata, gli studiosi che hanno lasciato testimonianze, i documenti prodotti, sono stati oggetto di approfondimento rigoroso.
Lo studio della lingua dei greci di Calabria ha affrontato l’impianto lessicale, le etimologie, la struttura grammaticale e sintattica, la letteratura e la storia che così hanno avuto una rigorosa sistemazione.
L’autore, nella sua cospicua produzione di testi, fornisce quanto serve, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli di studio, in modo scientifico e ben strutturato.
Oltre alle opere organiche, pubblicate durante decenni di ricerche archivistiche e di analisi di documenti e scritti vari, ha prodotto una serie di disamine, per esplorare a fondo tematiche rilevanti, che ha socializzato tramite una fertile pubblicazione periodica di quaderni e di articoli scientifici su riviste.
Affinché tutto questo importante lascito, non venisse disperso, ha voluto fornire con questa pubblicazione una raccolta di questi suoi scritti in un corposo volume, “Quaderni di cultura greco-calabra” (1999-2010), per mettere tutto a disposizione degli studiosi, di tutti coloro che hanno percepito l’importanza di questo patrimonio culturale e di quanti – non è mai troppo tardi per sensibilizzarsi – per loro dovere istituzionale dovrebbero farsi carico di iniziative atte a mantenere viva l’identità locale, per resistere all’omologazione imperante e farne un permanente motivo di richiamo.
La lingua greco-calabra, il “grecanico” nella vulgata corrente, a prescindere dalla sua padronanza, è uno strumento imprescindibile per ogni calabrese, per comprendere le parole che tutti usiamo, la toponomastica e l’onomastica. La storia pregressa legata alla presenza greca e bizantina da risposte altrimenti impossibili.
Nella Calabria si parlava greco, basta analizzare le etimologie: negli stessi luoghi della cosiddetta Area grecanica, esistono comunità dove un tempo si parlava greco, vedi Palizzi, anche se oggi non ci sono parlanti di lingua madre; esiste una pubblicazione del Violi che lo dimostra ampiamente.
Alla luce di tutto ciò è possibile che questa lingua fosse parlata solo da pastori e contadini? Questa superficiale convinzione, viene sfatata dal Violi già nel primo capitolo.
Tutti i capitoli sono testimonianze e analisi preziose che spaziano tra eventi storici, aspetti linguistici, recupero di documenti e tradizioni, scritti poetici del passato e contemporanei ed eventi storici unici, come la visita di S.S. Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli – Nuova Roma, in Calabria, che ho avuto l’onore di organizzare per Bova Marina il 23 marzo 2001.
Nel suo viaggio nella lingua greco –calabra pone particolare attenzione agli aspetti sociolinguistici, evidenziando la natura diatopica delle variazioni tra le varie parlate nei centri dell’Area di resistenza del fenomeno linguistico, Non trascura gli elementi diacronici nello sforzo di documentare importanti passaggi, particolari resistenze linguistiche, sconosciute in Grecia, che provengono dal profondo della storia degli uomini e della loro lingua. Contributi importanti per fornire ulteriori prove di un miracolo linguistico che costituisce un’importante risorsa locale e per l’intera umanità. Semmai gli uomini, troppo distratti dai disvalori ricorrenti, acquisteranno il necessario orgoglio di appartenenza a quest’Area e un’adeguata consapevolezza del possesso di un patrimonio culturale inestimabile, i lavori del prof. Filippo Violi rappresenteranno lo strumento di prova della opportunità di un riconoscimento internazionale.
Elio Cotronei
Presidente UTE-TEL-B