Pomeriggio tardi ma non mai troppo a lezione d’italiano

                 Tratto da una vera storia epocale  

        Pregiatissimi  alunni prendono lietamente posto su seggiole e altre sedute di fortuna in una  visionaria aula che guarda verso un  pubblico  in visibile attesa  di veder sbucare da dentro un televisore   dai mastodontici lineamenti in bianco e nero intitolati agli irresistibili anni 60, visi ormai rugosi e tempie imbiancate a tradire la non più verde età….

Nel frattempo, imbambolati in un’aura di novella serenità questi alunni ideali stanno chini sui banchi come davanti al deschetto di lavoro dismesso poc’anzi a fine turno accanto ai panni da stirare e la cena da preparare per la famigliola  spesso impaziente di mettersi a tavola,che quella è più o meno l’ora….

 Per loro sta per iniziare una vera e propria avventura,                 nel compitare a fatica sillabe e numeri che ancora sfuggono all’esatto comprendonio stampigliato dal gesso sulla Signora lavagna  sempre accomodante come le maestre del momento!  

                                          Sissignori

Chi può legga bene:   l’uditorio di questi fortunati e giocosi inizi si sintonizza nel tardo pomeriggio alla stessa ora sull’unico canale della Televisione di Stato, ben presto detta TV, splendidamente  epica e beatamente compresa di buone abitudini e altrettanto buoni pensieri,quella,per capirsi, che apre le trasmissioni sulle note di un magniloquente “Guglielmo Tell” in  crescendo rossiniano di prammatica prima dell’intrattenimento  in diretta dal cinematografo  alla  poltrona,quella del salotto casalingo nella più  sognata  e confortevole delle situazioni.

Va in onda una trasmissione dal titolo accattivante e speranzoso che suona

                        Non è mai troppo tardi  

ove sullo schermo interloquisce con piglio confidenziale  non disgiunto da una pacata autorevolezza già percepita in voce, una assoluta figura di maestro inconsueta rispetto alle tradizionali  protagoniste femminili  dedite  per acclarata consuetudine all’insegnamento elementare in tempi ormai da un pezzo post-Cuore ,mitologico  compendio di  noti sentimenti caramellati.

Il co-protagonista,accanto ai reali interpreti di questo peculiare programma, risponde al nome di Alberto Manzi(Roma 1924/Pitigliano 1997),universalmente noto anche in termini contemporanei per la sua  tempra di  esperto educatore a servizio dei bisognosi,del quale si celebra il centenario di nascita.

L’ ambizioso  e del resto ammirevole  obiettivo prevede lezioni di lingua italiana in modo da saper finalmente leggere e scrivere nonché insieme  fornire qualche rudimento di aritmetica giusto da realizzare  quattro conti in tutta dimestichezza, hai detto niente!?

Dopo avere accertato, opportune ricerche sociostatistiche alla mano, che perfino nella  incommensurabile civiltà e cultura dalle millenarie origini che  compete al Bel Paese, nonché somma patria dantesca, qualche retaggio di analfabetismo sopravvive qua e là,sia pure con discrezione, si decide,nel corso di memorabili riunioni buro-ministeriali di attuare sollecitamente una serie di provvedimenti al fine di arginare il fenomeno.

 Su proposta del Direttore Generale del Ministero della P. I. Nazareno Padellaro, per inciso fratello di Giuseppe che riordinò il delicato settore della Proprietà Riservata e Letteraria ,annettendovi le essenziali normative sul Diritto d’autore, d’ora in poi allocato  presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, prende quindi corpo l’idea di destinare un programma di  insegnamento ad hoc tramite il servizio pubblico della Televisione di Stato ancora alle prime armi, peraltro neanche a portata di mano/manopole in tutte le case.

Resta da preporre un insegnante, con l’occasione si scopre che i  maestri rappresentano la maggioranza rispetto alle maestre, il quale attraverso il piccolo schermo entrerà ogni giorno alla stessa ora nelle case italiane  ove staziona, a quanto sembra, una quantità di persone desiderose di affrancarsi una volta per tutte dalla deprimente condizione di analfabetismo in alcuni casi pressocchè totale.

 Il compito è delicato e la scelta non facile essa richiedendo  capacità di trasmettere con professionalità e   dedizione  ad alunni in là con gli anni, già provati dalle difficoltà della vita,le basilari nozioni della lingua italiana .

A questo quasi accorato appello risponderà il maestro Alberto Manzi già reduce da una significativa esperienza  di insegnamento presso il carcere minorile “ Aristide Gabelli” di Roma.

              Un’eclatante novità  che farà epoca nelle trasmissioni televisive a venire e non solo italiane!

Appare chiaro fin da subito che coloro ai quali circostanze esistenziali non proprio favorevoli hanno duramente impedito di apprendere l’arte del leggere e scrivere  in quella meravigliosa età infantile, detta per l’appunto età scolare, siano tanti e di più, una moltitudine che accorre con enorme fiducia a sintonizzarsi  di fronte  all’apparecchio televisivo a disposizione ,quello dei vicini fortunati che ne sono già in possesso o, meno impegnativo, quello del  bar di rione  tra una partitina a carte e l’altra .

Un successo clamoroso, oggi sbrigativamente definito audience, oltretutto  basato su di un canovaccio senza infingimenti,appunto elementare ,ovvero mai più eguagliabile, accompagna fin dalle prime battute il programma in questione così in Italia così in numerosi paesi stranieri dove viene gradualmente esportato con la medesima formula  ormai collaudata grazie ai risultati ottenuti sul campo!

           Musiche e laudi in memoria della figura materna vale a dire madre di chi scrive, uso racconto.

Da qualche tempo i pomeriggi in casa sono scanditi da un appuntamento all’ora ics avanti al teleschermo che ormai fa parte a pieno diritto del  formato familiare….

Appassionata del programma culturale appena varato in TV è nientemeno la padrona di casa la quale ha appena raccomandato alla figliolanza “giusto in età scolare” di sistemarsi nella propria stanza a ultimare i compiti  per l’indomani, evitando per almeno una mezzoretta di attrarre l’attenzione con le solite urgenti richieste di interventi materni  e relative merende da preparare a consolazione delle improbe fatiche di scuola .

Difatti la signora va letteralmente in sollucchero nell’ascoltare, senza moleste interruzioni, le molteplici sfaccettature socio-scolastiche di questo programma che di certo non corrisponde ad alcuna idea di  semplice svago ma in compenso offre una incredibile opportunità di sconfiggere ignoranze ataviche che spesso si portano appresso le classi sociali meno abbienti facendo  di necessità/virtù…

Conosce bene ella  di quali problematiche si vada discutendo nel rammemorare le frustranti difficoltà vitali delle persone di varia età e più o meno disagiata  situazione  economica che prestano la loro manodopera lavorando nella masseria in punta di Stivale ove è nata e delle quali ha talvolta intercettato frasi smozzicate a proposito dell’incapacità di comprendere ahimè qualche rara missiva che pur giunge loro attendendo di poi vana risposta…

In realtà  la signora si sente proiettata in un clima di compassionevole solidarietà nei confronti di questa parte della popolazione italiana alla quale è dedicato il partecipe insegnamento del maestro Manzi del quale apprezza soprattutto la  sensibilità priva di pedanteria mentre spiega alla lavagna infiorettando con deliziosi  esempi e  fantasiosi disegnini per meglio illustrare l’ostica materia.

Il maestro Manzi a sua volta è fortemente  impegnato con pazienza ed entusiasmo  a non disperdere neppure un attimo di  quell’attenzione che egli riesce sin dagli inizi a calamitare con la sua facondia piena di rispetto per le innegabili difficoltà che incontrano i suoi attempati scolari ad ogni piè sospinto e anche di più,bastando a distrarli un volo di calabrone o le canzonette già in voga, si fa per dire!

 A questo punto del racconto risulterà già manifesto quanto quello materno  sia un puro coinvolgimento  di animo e mente che i figli  pre-adolescenti di allora hanno a lungo celebrato in età adulta ricordando con evidente nostalgia l’amorevole mamma, un bello spirito nulla da dire, anche sotto questo novello aspetto di telespettatrice in poltrona di prima fila che in quei quotidiani appuntamenti a ridosso di cena non perde una virgola delle lezioni impartite  dal suo beniamino, insegnante di italiano in televisione!

Inoltre l’aver frequentato a tempo debito  un soddisfacente  percorso scolastico le consente di sentirsi privilegiata in un ambiente, quello della sua amata patria, in parallelo con quella calabra, che da un lato risulta ancora alle prese  con le suddette problematiche, dall’altro comincia ad assaporare  i vantaggi di un benessere  di ultra moderna concezione socio-economica tra automobili in libertà e abitazioni dotate di ogni “comfort” , inglesumi  compresi ,peraltro sempre più sfrontati nei confronti della innata eleganza della lingua madre italica.

       Un atteso epilogo dalla grazia unica e singolare

Dal fortunato momento in cui le lezioni del maestro Manzi in TV guadagnano sempre maggiore consenso s’instaura di pari passo una sorta di splendida epopea fatta a mano che gravita attorno all’epigrammatico titolo di continuo  chiamato a testimone prima di intraprendere sia estemporanei  impegni giornalieri  tra famiglia e parentela, sia eventi di più alto profilo possibilmente socio-culturale ,seconda le solite preferenze della padrona di casa, sempre lei!

Già….perché non c’è alcun dubbio che

                            Non sia mai troppo tardi

 per respirare la vita già esistendo e specialmente quella senza confini che verrà.