In principio fu il o meglio i ….!
Solo un attimo di attesa e sveleremo…..
Quale delicato alone, talvolta fragile idillio, talaltra, a giudicare dallo spessore storico dei personaggi e degli eventi in cui se ne ravvisano incomparabili le gesta da indossare, intanto che parlano allo spirito e alla mente, al corpo e all’anima, ne risultano subitamente al tatto infiorescenze setose, in accordo a rasi e pizzi , sontuosi svolazzi a mo’ di bella calligrafia gozzaniana , decorazioni e ricami , da militaresche a cardinalizie, su ampi risvolti, per i più prosaici ci si accontenti di minuscoli trafori celestiali , atti a lenire il caldo delle giornate estive.
Essi sono di solito compresi della loro fascinosa missione quando non addirittura regale ,come nel caso di una ormai leggendaria, capacità di influencer ante litteram, se non fosse irriguardoso si potrebbe addirittura azzardare attraverso qualche tik-tok dell’epoca…Chi può dirlo…
Invece si tratta soltanto di autentico temperamento di un’italiana,e che italiana questa Caterina targata dinastia Medici, insediata con ogni onore e gloria alla corte di Francia dove siede direttamente sul trono accanto al consorte, un certo Enrico II di Valois.
La regina ne sfoggia di soavemente profumati come si conviene in occasione di cerimonie ufficiali ovvero per il proprio diletto: ciò che conta è l’immancabile loro presenza ,francamente ci si scopre restii a considerarli solo un accessorio a confronto della molteplicità di fogge inguainate, altro breve indizio, in tessuti spesso lussuosi,da usare sin da quando ci si veste al mattino per i primi impegni quotidiani ,signori e signore pari sono in questo caso,fino ai più mondani eventi tardo-serali!
In somma mai presentarsi senza poiché, come suol dirsi la classe non è acqua…..
Ma davvero non è ancora lapalissiano?!
Nel frattempo ne sta venendo fuori un raccontino in piena regola attorno ai loro canoni di ricercatezza….
Altri esempi e illuminazioni?
Reminiscenze ripescate ,finalmente!,di prima mano ,con l’aiuto di congiunti/e certificati/e, quelli con l’età giusta, magari un tempo “Signorine Pitigrilli” agghindate di tutto punto, ove i suddetti si pavoneggiavano morbidamente scamosciati in inverno o idillici e trasparenti durante la bella stagione.
Parlando al maschile, si ritrovano tanti Gastoni con gardenia all’occhiello, tutto incorporato insieme a… talvolta da tenere in mano noblesse oblige …. suvvia …si completa da sé, tanta è l’evidenza!
D’accordo , ultime raffigurazioni, ma che siano davvero le ultime…..
Numerosi i fortunatissimi melodrammi, cine- letterari feuilleton dal rosa acceso al cipria evanescente, uno per tutti ,alla maniera moschettiera/guascona ,che anche in queste narrazioni se ne trovano notevoli esemplari chiamati d’armi , impugnati arditamente dai noti protagonisti.
In realtà ci si sta riferendo, all’intero ciclo dei padroni delle ferriere: difatti basta etichettarne qualcuno per avere, sciorinato nella sua prolifica immediatezza narrativa , tutto lo scibile in materia, dalle illustrate riviste di moda femminile in cui fan bella mostra patinati figurini, ai tenebrosi attori alla Nazzari ,sì lui, Amedeo, voce tra il lusco e il brusco che già da sola adesca giovinette dagli ingenui rossori nonché signore più compassate almeno all’apparenza…
Altri si avvicendano, citarli tutti non si può, altrettanto famosi , in fila a interpretare le tattili conturbanti gestualità eroine di fine millennio ormai definitivamente scorso,riguardo a un tale abbigliarsi che contraddistingue, seppure con discrezione e riservatezza, la toletta di regina elegantiarum, forzando un po’, che la famosa allocuzione tacitiana si riferisce,come è noto, al soggetto maschile, dall’antichità fino a noi tramandato con il preclaro nome di arbiter , per eccellenza esperto in ogni arte di ben apparire.
In questo armonioso quadro si inseriscono a pieno titolo, ormai classici romanzi del colore giusto, vedi sopra, privilegiando vicissitudini grondanti di esaltato pathos alla , una per tutte, ancora come sopra, massimo due , Carolina Invernizio che ha inondato il “fin de siecle” ottocentesco di piccole ,sulla falsariga della fiammiferaia della favola, orfanelle, sartine, portinaie,guantaie,da cui l’eccentrica vision di guantiera, scatola, o vassoio ,adatto anche a più dolci ricorrenze, per riporli in ordine…
Solo un ulteriore attimo di pazienza…
Per la precisione adesso è la volta della seconda, immancabile Liala che drappeggia, su sentimentali drammi e furori romantici, vistosi ma sempre raffinati accostamenti di stili e colori in cui la fa da padrone il gridellino, per capirci pensate al soave glicine, sparso con passionale dovizia su cappellini e guanti in prima fila….
Eccolo di colpo ma non tanto, che già dalle ultime righe era a portata di lettura l’identificazione dell’oggetto fin qui celato con una certa maestria ,si spera, di diversificazioni discorsive, quasi esegetiche….questi guanti…. un tempo così vezzeggiati da ambedue i sessi, per una volta strepitosamente d’accordo sull’ indiscusso valore ornamentale,nonché oltremodo protettivo nei confronti delle nostre sempre nobili mani.
Resta da svolgere qualche altra necessaria indagine per avvicinare l’accezione ben poco civettuola o anche solo confortevole palesata dall’ attuale uso in emergenza.
Peraltro essi guanti, usciti dalla finestra, dopo svariati decenni di oblio in fondo ai cassetti del comò, a proposito frugare con garbo per trovarne ancora qualche paio in buono stato!, son rientrati di prepotenza dal portone principale anche se il momento per decantare nuovamente i pregi dell’ attuale imponente utilizzo non è dei più propizi!
Guanti e guantini, dunque, rammentando quelle a volte fastidiosette, vale ammetterlo, raccomandazioni del solito tipo ravvicinato …” non scordare di indossare i guanti che oggi è davvero freddo”
S’ode sempre meno… L’unica sarebbe che qualche “social, figurarsi, prendesse in mano, letterale, è solo una coincidenza tematica, la situazione, caldeggiando una novella immagine….da trattare con i guanti….giusto per seguitare con azzeccate combinazioni !
Si avvicina l’epilogo…..
Non prima però di sceneggiare, almeno provarci poiché l’occasione è troppo ghiotta, una delle più cult movenze del cinema universale in cui l’anzitempo fatale ma anche fatata Rita, giusto per dovere di completezza aggiungiamo il cognome, Hayworth, incendia,ovviamente in senso figurato, il protagonista attore,chi non ha importanza, ma soprattutto gli spettatori in estasi, sfilando con fare atomico un sol guanto, lungo e affusolato oltre il gomito…
Il suo vero nome, non quello del guanto, un po’ di ironia non guasta, per quanto languidamente di raso nero possa essere ,s’intende quello dell’attrice, non è altri che Gilda, super diva per i posteri e non…..
Dallo scintillio dei set cinematografici agli scenari guerreschi con al centro il lancio del guanto di disfida che ha epicamente trapassato i secoli per giungere fino a noi con l’appellativo di Barletta…
Nel caso di specie poco altro da replicare, trattandosi di pagine della storia italica intrisa di simili episodi a difesa dell’onore della Patria, sia concessa la P maiuscola in tempi di minimale ridimensionamento dei valori vitali a tutto vantaggio,si fa per dire, di piattaforme scontatamente digitali e, aggiungasi senza offesa per nessuno, passerelle il cui corrispettivo oggi si misura più che mai in termini sonanti di rapida visibilità pan mediatica.
Che altro…se davvero siamo in chiusa un ultimo auspicio per il presente e un ormai prossimo futuro nel quale, ad ogni guanto di (di)sfida possano corrispondere altrettante azioni positive per un ripristino del normale riconoscimento di diritti, non solo doveri,civici sociali ed economici, da ultimo obnubilati, se così è lecito, dal continuo reiterarsi di irrituali mistagogie non sempre salvifiche.