Siamo ancora in cammino ed il cielo abbraccia la notte e le stelle sospese sono lacrime di uomo che attende. Siamo ancora in cammino, tra le rocce rubate dal tempo e i granelli di esile rena che sfugge alle dita, mentre fronti accigliate conducono sguardi gravosi di donna e di doglie e di mani asciugate dal vento. Siamo ancora in cammino e in silenzio parliamo alla luna e alla luce che fioca si accende | e poi scende una calma di pace tra rumori ovattati di canti lontani e di nenie cullate alle stelle. Siamo ancora in cammino e distante è la meta mentre folte le greggi affollate spinte da soffio celeste si uniscono al coro e d’intorno è magia. Siamo ancora in cammino e ogni gioia si fonde a dolore e chi soffre ora segue il bagliore di quel bimbo che dona la via. |
(da “Cammino di Natale”, Lucia Lo Bianco Diritti d’Autore Riservati) |
E’ stato certamente un grande evento, una rivoluzione epocale, una migrazione intrapresa da soli e senza mezzi nella più totale incertezza, come un salto nel buio. Il viaggio di Maria e Giuseppe cominciato 2022 anni fa ci sorprende ancora, soprattutto se ci troviamo a considerare la quasi totale mancanza allora di pianificazioni, informazioni e di appoggi, soprattutto economici. I genitori di Gesù potevano soltanto sperare nel sostegno e nel buon cuore della gente incontrata lungo il loro cammino oltre che ovviamente sulla fede in un Dio che rappresentava l’unica “Luce” guida, l’unico vero impegno assunto nei confronti dell’umanità.
Viviamo ancora le nostre migrazioni ed assistiamo a spostamenti di popoli e genti, per terra e per mare con conseguenze disastrose e bilancio di morte in un Mar Mediterraneo trasformato in giaciglio di povere anime partite alla ricerca di un futuro migliore. Nulla pare diverso quindi nel nostro presente. Un’umanità sofferente decide ancora di intraprendere viaggi della speranza, fuggendo guerre, persecuzioni, disastri ambientali, siccità e condizioni di miseria e di fame che rendono impossibile una sia pur minima sopravvivenza. Famiglie intere continuano dunque a sperare in un miglioramento delle proprie condizioni, spesso attirati da facili e false promesse.
Ed è proprio il concetto di promessa che ci porta ad accostare una storia millenaria con le vicende attuali. Maria e Giuseppe nel loro viaggio di fede e speranza incarnano la realizzazione di una “Promessa” fatta ad uomini e donne per la quale sentono il peso della responsabilità. Il loro percorso è una ricerca di pace ma soprattutto di salvezza in un contesto storico di assenza di comfort e di sistemazioni di fortuna, tra gente semplice e abituata ad adattarsi. Anche Maria e Giuseppe avranno incontrato difficoltà e nemici; avranno anche loro rischiato la propria incolumità ma saranno stati guidati dall’alto nella necessità di portare a termine gli obiettivi che si erano prefissi.
Quanti rischi e pericoli affrontano ancora oggi i nostri migranti? Con quale ignoto devono misurarsi in una società che non è ancora riuscita a garantire loro forme di esistenza accettabili nel loro contesto di provenienza? Donne gravide, uomini e bambini affrontano pericoli di ogni tipo, investendo tutte le loro risorse ed attratti da una “Promessa” di cambiamento in cui hanno creduto fermamente. Sarà un brusco risveglio, spesso, ad attenderli, tra governi in lotta a decidere del loro destino mentre il resto del mondo rimane indifferente, dimentico della propria umanità.
Rimane comunque l’idea della necessità di intraprendere un cammino che ci conduca a un nuovo e rinnovato Natale. Un cammino che come più di 2000 anni fa possa ancora permetterci di modificare i punti di riferimento della nostra esistenza spingendoci a trasformare i nostri comportamenti. Un “Cammino” che riproponga una migrazione che continuiamo a celebrare senza interruzione come un rito di passaggio e che potrebbe forse essere interpretata per quello che è: una festa religiosa che fa parte della nostra vita da due millenni e che ci consente di vivere al meglio il nostro tempo nella scelta di un “Cammino”, ancora, da fare.
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